Tullio Frau
Sono nato il 25 agosto 1953 in un minuscolo paesino nell’entroterra della Sardegna, Gonnoscodina, appena 500 anime. Poco dopo la nascita, i miei genitori si resero conto che ero affetto da una grave malattia agli occhi, glaucoma congenito, per quegli anni incurabile. Tale malattia mi ha portato alla cecità totale intorno ai 18-20 anni. Nel frattempo, quando ancora potevo frequentare le scuole elementari insieme agli altri bambini, la tubercolosi polmonare si è accanita su di me, tre anni in un sanatorio sono stati necessari per guarire definitivamente. Così ho continuato gli studi in un collegio per ciechi a Cagliari, nel giugno 1975 ho conseguito il diploma alla scuola superiore per massofisioterapisti di Firenze e il 1 ottobre sono stato assunto presso l’ospedale civile di Pordenone dove ho prestato servizio per 30 anni. Nel 2006, a causa di grossi problemi di salute, mi sono trovato a dover calare di peso in modo drastico: l’unico modo naturale per farlo è stato correre. Insieme a un amico maratoneta ho trasformato la medicina in passione e da allora ho disputato 20 maratone, ma la passione per le ultra si è impadronita di me, tutte le edizioni di Magraid, 100 km correndo nella steppa, la 100 km del Sahara, Boavista, Zanzibar, Iran e tante altre in tutto il mondo. Io ho avuto molto dalla vita, mi ritengo una persona fortunatissima: né la cecità né l’aver perso la mamma a soli tre anni mi hanno tolto la voglia di vivere, anzi, forse le difficoltà hanno rinforzato il mio carattere. Se il mondo è il palcoscenico della vita, dove si svolge il nostro film, non voglio fare la semplice comparsa, io voglio un ruolo da protagonista perché LA VOLONTÀ NON HA BARRIERE.