Ugo Dilert è un dirigente di una non meglio definita, ma assai potente, Organizzazione. La vicenda prende il via quando Dilert prepara un suo piano di rinnovamento e aggiornamento delle funzioni e degli scopi dell’Organizzazione. Appena si sparge la voce dell’iniziativa spontanea, si fa improvvisamente terra bruciata attorno a Dilert, prima sospettato dai suoi più intimi amici, poi accusato dai suoi superiori, infine demansionato ed esautorato. Si scopre allora il vero volto dell’Organizzazione, capace di stendere un tecnocratico controllo sull’economia e sulla politica, non disdegnando accordi indecenti con il mondo del malaffare. Si apre un’autentica caccia a Dilert e al suo Piano, che nessuno ha mai letto, e ne fanno le spese, anche con la vita, personaggi subalterni che sono espressione della più varia umanità. Alla fine Dilert, a sorpresa, trova la sua personale via d’uscita dall’Organizzazione e dalla sua vecchia grigia vita. Una satira feroce del potere tecnocratico, una parabola esistenziale sull’emarginazione, un noir filosofico. Arturo Pellizzon costruisce un affresco inquietante e sorprendente sul controllo e sulla possibilità di uscirne vivi.
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