Chi viaggia da Portobuffolè verso Mansuè sulla strada provinciale Pordenone-Oderzo, sopra l’argine, li può vedere a sinistra estendersi fino al fiume Livenza, attraversati a confine dei due paesi dal Rasego, un piccolo affluente della Livenza. Da piccolo passavo giornate intere nei Pra’ dei Gai, a volte per portare al pascolo oche e tacchini o per aiutare i miei genitori nella raccolta del fieno, altre volte per scampagnate con gli amici della contrada, per cacciare nidi di allodole o pescare nei fiumi. A quei tempi, verso gli anni Sessanta, per i miei compaesani, quasi tutti contadini non ancora stressati dal progresso industriale, era naturale convivere con le bellezze offerte da queste svariate decine di chilometri quadrati di antica natura. Quando la sera torno verso Portobuffolè e il sole tramonta oltre Basalghelle, dalla parte opposta, in lontananza tra i pioppi al di là della Livenza, le sagome di alcuni silos di moderni mobilifici sembrano una minaccia per la campagna, ma, dalla stessa parte, si intravvede più alto il campanile di Ghirano, quasi a rassicurarci sul futuro di questo lembo di antica campagna veneta.
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