Augusto Daolio (1947-1992), pietra miliare della musica leggera italiana e, in particolare, di quella più impegnata e attenta alle dinamiche civili e sociali, ha lasciato un’eredità culturale significativa.
Lo storico cantante del gruppo dei Nomadi ha legato il suo nome a canzoni entrate di diritto nel bagaglio culturale popolare degli Italiani: “Dio è morto”, “Auschwitz”, “Io vagabondo” solo per citarne alcune.
Questo libro ripercorre, in forma romanzata, la vita e la carriera di Daolio, sottolineandone l’influenza sulla società e sul costume italiani.
Marchio di qualità alla Rassegna della Microeditoria Italiana di Chiari (Brescia) 2020