È importante una rilettura, rivisitazione dei comandamenti. Anche nel linguaggio semplice, popolare, si sente ancora qualche persona affermare di fronte alla complessità e alle difficoltà attuali: «Eh, basterebbe ritornare ai Dieci Comandamenti!». I dieci comandamenti, per meglio dire le “Dieci Grandi Parole”, vanno intesi non come una gabbia di ordini, di imposizioni dall’esterno, bensì come Dieci Parole che si fanno guida a esprimere orientamento, impegno, fedeltà a una relazione, a un’alleanza. È dal rapporto con il Dio della liberazione e della vita che sorgono, come conseguenza, decisioni di attenzione e di premura nei suoi confronti e nei confronti dei fratelli, proprio ricordando in modo attivo e attualizzato come lui, il Signore, si è comportato, come lui ha agito. Su ispirazione di Dio, con il contributo di Mosè, i dieci comandamenti sono allora dieci grandi parole di fedeltà a Dio e agli altri, non ordini e legislazioni estrinseche imposte da fuori, ma l’espressione di una profonda interiorità che sgorga dal cuore e dalla coscienza.
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