Questo è un racconto per immagini, che non è e non vuole essere una storiografia, non una storia locale, bensì un assai verosimile graphic novel di eventi di rilevanza storica generale, radicati territorialmente. Questa è l’epoca che Gio Batta Scussat (Tita Cuc) ha attraversato, vivendola intensamente pur abitando nella pedemontana friulana, a Budoia, un comune di - allora - circa 4500 persone, di cui circa 1500 emigranti. Qui ha intessuto una intensa attività militante e sociale: è stato responsabile del partito socialista di Budoia, Polcenigo, Aviano nonché amministratore comunale per oltre 10 anni, lavorando da falegname, ebanista e inventore. Ha promosso attività cooperative di lavoro (edilizia privata e pubblica), costruendo strade, ponti, massicciate ferroviarie, abitazioni, scuole, e di produzione (le latterie sociali, fornaci, centrali idroelettriche). Ha incontrato, supportato e collaborato con esponenti del partito socialista (i deputati Ellero padre e figlio, Tito Zaniboni), con il bersagliere e poi ciclista vincitore di due Tour de France Ottavio Bottecchia, con Costante Masutti, Tranquillo Moras, Pietro Sartor della Camera del Lavoro di Pordenone, di cui è stato presidente nel 1921. Questa sua vulcanica e instancabile attività a tutto campo gli ha creato una cappa di odio politico e di livore sociale che lo ha schiacciato a solo 38 anni. Sotto un autocarro mentre trasportava tre caldiere in rame per l’avvio della latteria sociale di Budoia.
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