La novella uscì per la prima volta, con il titolo Caffè notturno, sulla rivista “Rassegna italiana” nel 1918. Nel 1923 confluì nel sesto volume della raccolta Novelle per un anno e assunse il titolo definitivo. Dalla novella è stato ricavato poi l’atto unico intitolato L’uomo dal fiore in bocca.
– Ah, lo volevo dire! Lei dunque un uomo pacifico è... Ha perduto il treno?
– Per un minuto, sa? Arrivo alla stazione, e me lo vedo scappare davanti.
– Poteva corrergli dietro!
– Già. È da ridere, lo so. Bastava, santo Dio, che non avessi tutti quegl’impicci di pacchi, pacchetti, pacchettini... Più carico d’un somaro! Ma le donne – commissioni... commissioni... – non la finiscono più! Tre minuti, creda, appena sceso dalla vettura, per dispormi i nodini di tutti quei pacchetti alle dita: due pacchetti per ogni dito.
– Doveva esser bello... Sa che avrei fatto io? Li avrei lasciati nella vettura.
– E mia moglie? Ah sì! E le mie figliuole? E tutte le loro amiche?
– Strillare! Mi ci sarei spassato un mondo.
– Perché lei forse non sa che cosa diventano le donne in villeggiatura!
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